Crolli (Roma, Dei Merangoli, 2016) è un libro di poesia sul disfacimento dell’umano declinato sulla “vecchiaia” della società occidentale. Dalla guerra in Iraq filtrata dalla televisione, alle crepe domestiche, alle lacerazioni interiori, ai disastri ambientali e alla decadenza irreparabile dell’umanità italiota, e più in generale occidentale, il ritmo poetico di Crolli segue impotente e claudicante il senso di disfacimento di una civiltà che, rispetto ad anni fa, quando questo libro era già pronto per andare in stampa, oggi si è fatto ancora più veloce, evidente, grottescamente apocalittico e irreversibile, avvelenando ogni spazio della quotidianità e della collettività.
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